Approfondimento: I parametri per la valutazione del microclima

Il microclima è il complesso di parametri fisici che, insieme a quelli individuali, caratterizza gli ambienti di vita e di lavoro, determinando il benessere termico delle persone. Data la natura eterogenea degli ambienti di lavoro si tende ad individuare due tipologie di condizioni ambientali: ambienti moderati e ambienti severi, distinti a loro volta in “ambienti severi caldi” e ambienti severi freddi”.

Ambienti moderati

Gli ambienti moderati sono quei luoghi di lavoro in cui non vi sono vincoli produttivi che impediscono il raggiungimento di una condizione di comfort. In quest’ambito è possibile appellarsi alla norma tecnica UNI EN ISO 7730 che propone una valutazione basata sulla misurazione di alcuni parametri microclimatici (temperatura dell’aria, umidità e velocità dell’aria) e sul calcolo degli indicatori sintetici di comfort PPD (Predicted Percentage of Disatisfied) e PMV (Predicted Mean Vote) al fine di formulare un giudizio di accettabilità o inaccettabilità dell’ambiente sottoposto a valutazione.

Ambienti severi

Nel caso degli ambienti severi, si opera un’ulteriore differenziazione: ambienti severi freddi e ambienti severi caldi. Per ambiente severo si intende un luogo di lavoro in cui le condizioni climatiche possono compromettere la salute dei lavoratori. Vi sono ineludibili esigenze produttive (vicinanza a forni, accesso a celle frigo, ecc.) o condizioni climatiche esterne (lavorazioni effettuate all’aperto, in agricoltura, in edilizia, nei cantieri, ecc.) che comportano la presenza di parametri termoigrometrici stressanti. In questi ambienti, il sistema di termoregolazione umano è sottoposto ad un notevole impegno per mantenere stabile l’equilibrio termico. In particolare, negli ambienti severi caldi è soggetto ad un importante intervento al fine di ridurre l’accumulo di calore nel corpo (vasodilatazione dei vasi sanguigni), mentre in quelli severi freddi deve limitare l’eccessiva diminuzione di temperatura (vasocostrizione dei capillari).

Proprio per le problematiche fisiche che possono derivare da questi sbalzi termici, sono differenti le norme di riferimento e gli indicatori utilizzati per la valutazione di questi ambienti. Per gli ambienti severi caldi, le norme tecniche interessate sono la UNI EN ISO 7243 e la UNI EN ISO 7933 che propongono due diverse metodologie di valutazione dello stress microclimatico. La metodologia più semplice prevede la misurazione di alcuni parametri microclimatici e il conseguente calcolo dell’indice WBGT (Wet Bulb Glob Temperature) con la combinazione delle misure di tre differenti tipologie di temperatura. La seconda metodologia, più complessa, è il metodo PHS (Predicted Heat Strain) con il calcolo di alcuni indici atti a valutare l’accettabilità o la non accettabilità del rischio.

Per gli ambienti severi freddi, le norme tecniche di riferimento sono la norma UNI EN ISO 15743 e la norma UNI EN ISO 11079. Quest’ultima propone come metodologia di valutazione l’indice IREQ (Insulation Reqired) al fine di consentire l’emissione di un giudizio di accettabilità o inaccettabilità di ambiente termico.

La valutazione del rischio legato al microclima in casi molto rari esprime un giudizio di inaccettabilità tale da precludere l’attività lavorativa. Infatti, le cosiddette condizioni severe nella gran parte dei casi non dipendono dalla progettazione del luogo di lavoro, ma da fattori esterni non modificabili.  La valutazione quindi offre lo strumento più efficace per appunto mitigare il rischio e tale strumento può avere gli aspetti più diversi.



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